venerdì 30 luglio 2010

L'importanza di credere in qualcosa

Premesso che sono atea e miscredente, che nonostante la mia curiosità per i massaggi e la meditazione non faccio parte di nessuna setta new age, e che su qualsiasi presunta verità che mi capita di incontrare esercito uno spirito critico degno di un illuminista, c'è solo una cosa in cui ripongo una fede smisurata e cieca.
Sono i braccialettini di corda dei desideri.
Sì, quelli colorati, che ti leghi mentre esprimi un desiderio, ogni colore un settore della vita. Da quando, a 13 anni, mi si è avverato un desiderio, il mio braccio sinistro è sempre stato pieno di questi braccialettini. La mia disattenzione -e il fatto che ci mettano tipo 3 anni a rompersi- ha fatto sì che la maggior parte delle volte io non mi sia mai accorta se il desiderio si è poi avverato o no... (Chissà cosa avevo chiesto?) Ma questo non mi ha mai portata a mettere in dubbio la loro efficacia.
Adesso ne ho 5, di colori diversi, che mi sono stati dati qualche anno fa da un signore marocchino con i capelli grigi e lo sguardo malinconico. Lo incontravo ogni tanto nelle mie passeggiate lungo i viali del centro, e quella volta era riuscito a fermarmi. Mentre me li legava con delicatezza aveva espresso per me i desideri che non avevo il coraggio di chiedere.
Ho notato pochi giorni fa che il braccialetto verde si sta assottigliando pericolosamente. Non vedo l'ora di scoprire quale desiderio si avvererà.

A proposito, qualcuno sa a che cosa è associato il verde?

martedì 27 luglio 2010

Giusto per dire

Giusto per dire che ogni tanto quando mi rileggo mi trovo così autoreferenziale che mi chiedo se questo blog abbia un senso oppure no.

Inquietudine

E' un misto di tante cose, questa inquietudine di fine luglio. Dire che ho un contratto che scade e non so se sarà rinnovato è così ovvio che quasi quasi non lo dicevo. Ma oltre a questo ci sono altre cose. Libri che sto leggendo e mi rimescolano dentro più del previsto. Pensieri che mi sorprendono come rivelazioni ma che allo stesso tempo si nascondono dietro a immagini difficili da interpretare. Sogni. Ho sognato di cadere in un fiume e di venire trasportata via, ma quella che sembrava una caduta rovinosa verso le rapide si trasformava poco a poco in un viaggio placido. Ho scritto parole molto spontanee a una persona che forse non era pronta a riceverle. "Non si può mai dare a qualcuno più di quanto sia disposto a ricevere". E' proprio così.
Ho riconosciuto nel mio percorso l'influenza di altri, il peso di dolori e speranze e delusioni di altri. Vorrei che i giorni che stanno per arrivare fossero giorni liberi, fossero giorni miei. Con dentro solo i dolori, le speranze, le delusioni mie.
E, se ci sta, anche un po' di gioia.

lunedì 26 luglio 2010

Trovare la mia strada

Quand'è che si sa con certezza di aver trovato la propria strada? Immagino che ci si accorga di sentirsi "a casa", a proprio agio in una situazione o in un contesto. Immagino che si abbia l'impressione di essere stati destinati a quell'attività da sempre. Forse, è qualcosa che ci viene particolarmente facile. Forse invece è qualcosa che, essendo difficile, ci stimola continuamente. Ma com'è che si arriva a capirlo? Me lo chiedo da sempre. Da sempre, mi sembra, ho cercato di capire quale fosse la mia strada. All'inizio pensavo fosse la scrittura, poi l'insegnamento, poi la creatività, poi l'editoria. Eppure, ritrovandomi a poco a poco, quasi per caso, sempre più vicina al punto che cercavo di raggiungere, mi accorgevo che non ne ricavavo una vera soddisfazione, una vera convinzione. Sarà perché vivo sempre nell'altrove, o sarà che ancora non sono riuscita a sentire cosa mi sta dicendo la mia voce?
Aspetto un segnale, un'illuminazione, un sentiero che si apre, una porta segreta. Arriverà?

sabato 10 luglio 2010

Frenesia

All'improvviso, inaspettata, portata sulle note di una canzone. Credevo fosse persa per sempre, e invece, quella frenesia d'estate che ha accompagnato qualche agosto della mia adolescenza, eccola qui. Quella malinconia anticipata, quella voglia di vita, quello struggimento che prende alla sera, mentre si accendono le stelle. La stessa sensazione di quando andare in motorino senza casco, correndo nelle discese, era il massimo della libertà. Di quando ci si sdraiava su un prato a guardare le stelle e se una mano toccava la mia il cuore scoppiava.
Adesso è tutto diverso, ma io ancora all'amore, alla gioia, alla vita, non mi ci voglio abituare.
Un'uscita tra amici, una mattina libera, la nostalgia di te che tra poco arrivi, e mi prenderai tra le braccia come se fossi l'unica donna del mondo.
E la sensazione che questa estate, anche se sarà troppo corta, calda e faticosa, io me la voglio sentire addosso.

venerdì 9 luglio 2010

Ti sembrerà stupido

Ti sembrerà stupido che io lo scriva qui anziché dirtelo, semplicemente, ma a volte le cose più vere restano in gola a dirle. E scriverlo qui è un po' come affidare un messaggio in bottiglia al mare, anche se il mare non ha i feed RSS. Lo so che sono banale, mielosa e codarda, ma il fatto è che sono orgogliosa di te.

giovedì 8 luglio 2010

Piccola sorpresa

Stamattina, scesa dal treno dei pendolari, arranco verso il bar della stazione in cerca di un caffé. Sul treno ho dormito, sono in coma totale, ho gli occhi che si appiccicano e non vogliono stare aperti. Inoltre ci ho le paturnie, perché quando leggo certi articoli poi comincio a rimuginare e non finisco più. Ma magari questo lo scrivo nel prossimo post. Così non mi accorgo della persona che si mette al mio fianco a bere il suo caffé, fino a quando non mi riconosce lei. E' una mia compagna del liceo che non vedevo da tipo 8 anni, una di quelle che all'epoca non erano né tra le amiche né tra le nemiche. Abbiamo chiacchierato di quello che facciamo, sparlato delle ex compagne e dei prof, concordato sul fatto che entrambe non vedevamo l'ora di andarcene da quella scuola... e poi due speranze sul futuro e un pizzico di gossip. Finisce il caffé e io me ne vado leggera, cammino tranquilla a falcate larghe, penso che siamo ancora giovani e belle, e allora, allegramente, vaffanculo.

giovedì 1 luglio 2010

Cominciare a pensare con il corpo

Confrontandomi con un'amica ho messo a fuoco quando possa essere fuorviante farsi guidare sempre dalla testa. Pensieri, argomentazioni, razionalizzazioni, controargomentazioni. Ripetute fino alla nausea, fino a farle diventare ossessioni. Cercare sempre di discriminare il Giusto e lo Sbagliato. Continuare a chiedersi: cosa devo fare? Non riuscire a scegliere non per ignavia, ma per incapacità di sentire una spinta buona, spontanea, verso le cose. Passare troppo tempo seduti immobili a macerarsi i neuroni.
Lei mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere: solitamente una persona prima decide cosa fare, poi agisce con il corpo di conseguenza. Ma c'è un'altra possibilità: fermarsi a sentire il corpo, e poi decidere di conseguenza.