venerdì 28 ottobre 2011

Torno qui

Torno qui perché è come una stanzetta dove chiudermi a riflettere. Quando tutto il resto crea baraonda, mi rifugio qui dentro e lascio il caos indistinto alle mie spalle. Ho un bisogno pazzesco di riprendermi me stessa, ultimamente. E' come se avessi buttato il mio baricentro fuori di me e l'avessi perduto.
Ho cambiato tante cose tutte insieme e ho creduto di dover cambiare me stessa. Invece devo prendere un metaforico microfono e provare ad amplificare la mia vera voce, rimasta sommersa. O forse basterà venire qui e chiudere fuori il rumore.
E' bello, finalmente, riuscire a ritrovarmi. Dietro le cose fatte e non fatte, gli errori, i tentativi, le speranze, ci sono ancora io. Qualsiasi cosa faccio da qualche parte resto, e mi riprendo al volo prima di perdermi.
E così mi darò spazio e tempo, creerò dei buchi spaziotemporali dove stare a galleggiare senza fretta, ascolterò la pancia e seguirò i suoi consigli, perché anche se bisogna fare i conti con la realtà non c'è scritto da nessuna parte che i sogni non si realizzeranno. Mi prenderò cura di me e farò quello che mi serve per essere felice. Bon.

domenica 16 ottobre 2011

Proverbio cinese

Le verità che meno amiamo udire
sono sovente quelle che
abbiamo maggiormente bisogno di conoscere.

Comprendere il malessere per risolverlo

E' stato quasi per caso che un giorno decisi di acquistare questo libro. Avevo appena partecipato ad una serata in cui si era parlato di meridiani, shiatsu, e tante altre cose. Nella mia testa tutto era ancora molto confuso, ma volevo capire meglio. "Dimmi dove ti fa male e ti dirò perché" è il libro giusto per chi si avvicina per la prima volta ad una visione diversa della malattia.

Molto spesso ci capita di subire disturbi che ricompaiono ciclicamente, malattie magari non gravi ma fastidiose che non riusciamo a guarire una volta per tutte. Allergie, problemi alimentari, mal di testa: possono essere segnali del nostro corpo che tenta di dirci che qualcosa non va.
Può essere qualcosa nella nostra vita che non ci soddisfa, qualche difficoltà con la quale non riusciamo a fare i conti, qualche cosa che ci costringiamo a fare anche non volendo...
La prossima volta che non stai bene prova a farti questa domanda: cosa sta cercando di dirmi questo dolore?

domenica 9 ottobre 2011

I Ching: come usarli consapevolmente

Qualche anno fa mi capitò per caso tra le mani un libro: I Ching, il Libro dei mutamenti.
L'I Ching è un metodo di divinazione di antichissima origine cinese, basato su 64 esagrammi formati dalla combinazione di 6 linee intere o spezzate.
Lanciando per 6 volte 3 monete uguali è possibile ricavare un risultato che dà delle indicazioni sul proprio momento presente o su una specifica domanda che ci sta a cuore.
Poco per volta questo libro è diventato per me un compagno fedele dei momenti difficili, una guida per le decisioni più complicate, un supporto per i giorni in cui sembra tutto confuso e non si sa che pesci prendere.
Ho anche cominciato a utilizzare l'I Ching per rispondere a domande di altri, cercando di dare un aiuto a chi si trovava in un dilemma.

Questo vuol dire abbandonare il proprio libero arbitrio? Spegnere l'intelligenza e lasciarsi dire da un oracolo cosa fare? Assolutamente no. A mio parere non bisogna utilizzare l'I Ching come un metodo per liberarsi di ogni responsabilità. Anche perché molto raramente la risposta che si ottiene è netta e precisa. Molto più spesso occorre essere bravi a interpretarla, a partire dalla domanda posta. L'I Ching non sempre ci dice cosa fare, ma ha il valore di aiutarci a mettere a fuoco meglio una situazione. Soprattutto se lo facciamo con una persona esperta, una persona che vede il nostro problema da fuori e ne ha una visione meno "coinvolta": leggendo il nostro risultato troveremo sempre qualcosa che ci colpirà in modo particolare e ci aiuterà a vedere il nostro problema da un punto di vista diverso.

Il valore più grande dell'I Ching, a mio parere, è quello di fungere da "specchio", aiutando la persona a dare senso alla sua realtà. Tutto questo viene ulteriormente rafforzato dalla presenza di un "intermediario" o "interprete" in grado di sottolineare gli elementi fondamentali e restituire alla persona l'esperienza.

Cambia il modo in cui guardi le cose... e le cose cambieranno!

Bisogno di approvazione

Aver bisogno di essere approvati è come dire:
"Val più il tuo concetto su di me 
dell'opinione che ho su me stesso"

Wayne W. Dyer

Le vostre zone erronee

Wayne W. Dyer, Le vostre zone erronee


Questo libro, che potete trovare negli scaffali dedicati al self-help e alla psicologia, ha secondo me il pregio di essere onesto. Nel senso che non è esageratamente ottimista o spirituale, non predica nulla di impossibile. Si propone, anzi, di aiutare il lettore a diventare indipendente dai giudizi altrui.

Scritto con lo stile scorrevole e colloquiale tipico degli autori americani di questo genere di manuali, Le vostre zone erronee è un libro scorrevole e divertente. Questo non vuol dire che sia facile mettere in pratica ciò che consiglia...

E' il libro giusto per chi ha la sensazione di vivere una vita che non è la sua, per chi non ha il coraggio di liberarsi dagli stereotipi o dal ruolo che gli è stato affibbiato, per chi si sente costretto, per chi fa fatica a fare ciò che sente se gli altri, intorno a lui, non approvano.
Mi ha aiutato a centrarmi su me stessa, a dare meno peso ai giudizi, e ogni tanto lo rileggo per ricordarmi che la sola opinione veramente importante su di me e sulla mia vita... è la mia!

Sentirsi feriti

Quando qualcuno ti ferisce, non chiederti perché l'ha fatto.
Chiediti quale dolore ha risvegliato dentro di te.