mercoledì 30 marzo 2011

Dove sta il senso

Dove sta il senso della vita?
Così, senza preamboli, me lo chiedo.
Mi capita di chiedermelo più spesso quando mi trovo in situazioni che per me sono meno spontanee, più forzate o indotte, o semplicemente in qualche modo difficili.
Dove sta il senso della mia vita?
E' quello che faccio? E' come lo faccio?
Sono le grandi decisioni o i momenti lievi?
Sono le persone che mi scelgo accanto?
Sono io stessa, con tutto ciò che di buono e di cattivo porto appresso?

Da bambina e da ragazza ho sempre immaginato che da grande sarei stata una persona speciale. Un'artista, oppure una viaggiatrice nomade, oppure ancora dell'altro, ma mai mi sono vista in una vita normale. Poi, con tutte le difficoltà che si incontrano quando si prova a buttarsi davvero nel mondo, ho temuto anche di non farcela, a guadagnarmi una vita normale. Adesso sento la nostalgia dei sogni che devo abbandonare, sento il dolore di rinunciare a quell'idea di me stessa così libera e selvaggia, sento il limite pressante di poter fare una vita sola, di poter avere un futuro solo. Anche se non è forse così vero, perché poi dove ti porta la vita non si sa, ma certo mi tocca scegliere, sfrondare, tornare sulla terra, diventare concreta, diventare adulta.

Smettere di pensare che non mi importa nulla perché tanto tra un po' me ne vado e cambio vita. No, adesso mi tocca crescere, e crescere vuol dire prendere la realtà e amarla per quello che è e cercare con piccoli tocchi di darle forma sempre più vicina a ciò che si vorrebbe, come si plasma un vaso.
E forse, trovare proprio in questo lavoro quotidiano il senso della vita.

lunedì 28 marzo 2011

Treni e non-luoghi

Riparto con sollievo. Il treno è affollato e rumoroso, ma lì mi sento a mio agio. Mentre i vetri si appannano e la notte diventa scura penso che i treni sono uno dei posti in cui mi sento meglio. Quando viaggio su un treno lasciando scorrere lo stream of consciousness così come viene mi sento perfettamente a mio agio, in mezzo ad altri viaggiatori di cui non so nulla. Mi sento libera: non obbligata ad intessere per forza rapporti, libera di starmene zitta a pensare ai fatti miei, libera di andare, di spostarmi, di essere. Allora all'improvviso penso che forse posso sentirmi davvero a mio agio solo nei cosiddetti non-luoghi, nei posti di passaggio, dove nessuno mi conosce e mi appiccica etichette addosso, dove nessuno si aspetta qualcosa da me, dove posso semplicemente guardare il mondo che mi scorre accanto.
Riuscirò a rendere addomesticabile questo lupo solitario che mi sento di essere?

domenica 27 marzo 2011

Tornare è un po' morire

Torno al paese, e nonostante tutti i miei pensieri romantici sulle radici che terrò per sempre qui, appena arrivata mi sento respinta. Sento, in modo doloroso e struggente, che questa non è la mia casa: non lo è mai stata e forse non lo potrà mai essere, di sicuro non nel senso dolce e accogliente che vorrei dare alla parola casa.
Sento che io in qualche modo sono fatta della stessa sostanza di queste montagne e di questi boschi, sento che l'aria che ho respirato qui mi ha dato forma e materia. La mia selvatichezza, che in passato ho faticato a sopportare e che adesso tengo con cura, non potrebbe esser nata altrove.
Eppure, non posso stare qui, non posso trovare pace qui.
E, con dolore, riparto.

giovedì 24 marzo 2011

Oggi mi manca - parte II

E penso che nella vita in qualche modo ho sempre rimandato questo momento, non mi sono mai fermata, non ho mai concesso a me stessa di affezionarmi abbastanza a un luogo, a una vita. Ho sempre immaginato me stessa altrove, in altri ruoli, con altre persone. Un bel modo per fuggire da me stessa, dalle mie paure, ma forse anche da qualche gioia, che anche le gioie spaventano.
Adesso posso trovare il coraggio di dire a me stessa: "c'è tempo", posso guardarmi intorno senza la fretta di capire, di conoscere, di risolvere, di sistemare tutto. Mi riprometto di dare alla mia vita il tempo delle piante: i frutti maturano quando è il momento.

Oggi mi manca

Oggi mi manca la sensazione di sicurezza che si ha nel percorrere strade note in ogni dettaglio, strade che ci accompagnano da tanto tempo. Mi manca l'abitudine di sapere quando è ora di alzarsi dal tram per scendere alla propria fermata, io che ancora devo guardare bene fuori per sapere se sono arrivata o no. Mi manca la sensazione di calore che si ha quando ci si infila nel proprio letto, e per riflesso la tranquillità di chi si risveglia tra le quattro mura della propria stanza, tra oggetti familiari e affettuosi.
Sono di passaggio, ancora presto per buttar fuori radici, mi sento senza terra sotto i piedi come fossi George Clooney in Up in the air.
Mi manca la bellezza del vedere i risultati di una semina, della cura di qualcosa. Tutto ancora deve cominciare.
Sono qui sospesa, appesa a un filo, tutto ciò che tocco mi sembra fatto d'aria e non lo posso tenere in mano.
Ma presto passerò dal vaso alla terra del giardino.

venerdì 11 marzo 2011

Tornerò a scrivere post più lunghi e riflessivi, tornerò ad avere il tempo di guardare a lungo fuori da una finestra, di immergermi nella contemplazione, di sentire la vita scorrere placida con me dentro: adesso mi sento piuttosto come un naufrago in un torrente veloce, ma è una corrente di vita, quella che mi sta trasportando, e allora va bene così.