martedì 11 settembre 2012

Domande

In questo periodo mi sento in uno stato di calma apparente. Sopra: immobile, sotto: le braci.
Mi chiedo soprattutto questo: una volta più o meno capito chi si è, cosa bisogna farsene di questa personcina?
Una volta finalmente compresi e accettati i nostri bisogni e le nostre carenze, come bisogna trattarsi?
Cercare di venirsi incontro, di rendersi la vita un po' più confortevole, di adattarsela intorno insomma. Oppure spronarsi, mettersi di fronte a sfide, spingersi oltre anche verso ciò che ci disturba e ci inquieta, nella speranza di diventare migliori? O perlomeno di addestrarsi. Ecco, credo di essermi trattata così, finora. Avevo talmente tanti limiti e li odiavo talmente tanto che mi sono imbarcata spesso in avventure che si sono rivelate faticosissime. Molto spesso mi hanno anche dato molto. Non sempre.
Forse la domanda è un'altra: come si capisce quando vale la pena e quando no?
Il teatro per esempio: anni di vergogna e sforzi sovrumani per imparare ad alzare la voce, a farmi sentire, a non confondermi con le quinte. Però, anche, incontri, legami, e la poesia, la magia.
L'Università lontana da casa: nessun dubbio. Valeva la pena di qualche serata di solitudine amara, sola nella stanza vuota, ripagata presto da amicizie, amori, scoperte.
In questo momento della mia vita invece fatico a comprendere: dove la devo cercare la fatica buona della crescita? Dove la trovo la poesia e la magia?
Forse è che si capisce sempre dopo: si vede bene solo in prospettiva.
O forse devo cambiare occhiali.

venerdì 18 maggio 2012

Mi torna la voglia di scrivere

La voglia di scrivere per me è un po' come un bisogno, che si fa sentire quando vuole lei. Sto dei mesi senza dire un cavolo, anche perché onestamente non so come fanno quelli che scrivono ogni giorno - mica ho così tante cose da dire. Qualcuno potrebbe dire che pure di tutti questi pochi, miseri, post non si sentiva la necessità, ma va beh. Non la sentivi tu, ma io sì.
Comunque.
Io la prendo sempre come una cosa positiva quando mi torna la voglia di scrivere, perché credo che sia una di quelle cose che fanno di me ciò che sono. Per dire... mi piacciono le ciliegie, i film di Wes Anderson e scrivere. Se non scrivo per tanto tempo ho la sensazione che ci sia qualcosa che non va.

C'è questa primavera strana in cui un po' fa caldo un po' fa freddo, e io che mi accorgo che è passato un anno, anzi di più, da quando sono qui.
Ad alcune cose mi sono abituata, ad altre no.
Ho trovato un'amica nuova, forse. Ho smesso di guardare fuori dal finestrino del tram ogni 5 minuti per sapere se sono arrivata alla mia fermata. Mi sono affezionata a certi luoghi, a certe insegne di negozi.
Ad altri luoghi e altre persone continuo a fare resistenza. Per fortuna, forse.
Ho imparato ad ammorbidire i miei alti e bassi, almeno un po'. Ho trasformato in malinconie tante disperazioni e in serenità alcune felicità.
Ancora mi succede di pensare che sarebbe bello andarmene e ricominciare, ma sarebbe per curiosità e avventura e non per voglia di scappare.
Sto provando a diventare chi sono, ed è una bella sensazione. Dopo aver cercato per tutta la vita di adeguarmi al mondo, e forse era questo che mi faceva sentire così insicura di me, così vuota. Nemmeno io sapevo dove portarmi.
E' bello scoprire che c'è poco da capire e molto da sentire.

venerdì 11 maggio 2012

Boom di chirurgia estetica sui bambini

A quanto pare, negli USA negli ultimi 10 anni sono aumentati del 30% gli interventi di chirurgia estetica sui bambini, finalizzati a correggere quei difetti che avrebbero potuto renderli vittima di "bullismo". Il fenomeno si starebbe diffondendo anche in Europa. Premesso che: bisognerebbe quantificare questo 30%, bisognerebbe capire cosa si intende esattamente per bullismo e di che tipo di diversità sono portatori questi bambini...
Non sarebbe più utile intervenire con l'educazione? L'educazione del bullo, per renderlo meno aggressivo verso i compagni, e della "vittima" per imparare a volersi bene indipendentemente dal giudizio altrui.
Non so, sono dell'idea che correggere il difetto fisico non trasformi un bambino preso in giro in un bambino integrato. Né diventare tutti perfetti migliorerà le nostre relazioni. Anzi.

lunedì 12 marzo 2012

Sylvia

Leggere i Diari di Sylvia Plath è come leggere i pensieri di una versione più lucida, disincantata, decisa e talentuosa di me stessa. In poche parole con lei ho in comune solo l'inquietudine, e un vago senso di ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere. Lei ha avuto il suo talento, da curare, far crescere, coltivare. Anche se l'altra faccia di questo talento era troppo dolorosa e distruttiva.
Anche io cerco disperatamente un lavoro che mi avvicini in qualche modo alla verità, mia e degli altri. Trovo futili, noiose e stupide le maschere. Eppure ne sono circondata, e spaventata.
Sento che non posso sprecare la mia vita in cose inutili, che non valgono niente. E sento che invece sono costretta a farlo, perché non riesco a trovare un modo di uscire da questa gabbia nella quale mi sono rinchiusa con le mie stesse mani.
Anche io, come lei, so che ci sono persone che farebbero i salti di gioia ad avere la mia vita. Eppure. Questa consapevolezza non mi aiuta in nessun modo, anzi, mi fa solo sentire in colpa.
E oltre a ciò, ho la sensazione di non avere nessun destino, nessun talento speciale, nessun dono a cui aggrapparmi o da usare come bussola.
Sono abbastanza intelligente da cercare il senso della mia vita, ma non abbastanza da trovarlo.
Isn't it ironic?

martedì 6 marzo 2012

Non c'è niente da fare

Io ci provo a diventare una persona, come dire, lineare. Che abbia una direzione e delle passioni precise su cui speculare anche nei blog. Ho provato a scrivere sulla scrittura e su tanti altri argomenti che mi interessano. Ma dopo 5 post mi accorgo che non ho più niente di sensato da dire. Non c'è niente da fare: non riesco ad essere monotematica. Non riesco ad essere costante.
Ho centomila interessi ma tutti superficiali. Mi piace il cinema, ma non abbastanza da diventare cinefila e vedermi i film che contano davvero ed essere in grado di sostenere una conversazione decente sul tema.
Mi piace il web, ma non abbastanza da capirci davvero qualcosa e sapermi procacciare un lavoro decente nel campo.
Mi piacciono gli animali ma poi ho paura di non avere tempo per curarli. Insomma, alla fine torno qui.
Qui dove non importa se parlo di cose diverse in modo sconclusionato: va bene lo stesso, perché questo blog vuole essere sconclusionato, non ha nessuna pretesa.
Ecco, forse dovrei provare a considerare la mia vita in modo più simile a questo blog, e avere meno pretese.
Non importa se la mia strada non sarà lineare, non importa se sarà contorta e confusa e sconclusionata come me. Eppure continuo a invidiare quelli che a 16 anni sapevano che volevano fare il dottore e poi, cazzo, l'hanno fatto veramente!
Io, a 16 anni, pensavo che avrei fatto l'artista di strada.

venerdì 17 febbraio 2012

Consiglio di lettura

In India si dice che l'ora più bella è quella dell'alba, quando la notte aleggia ancora nell' aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l' uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma «non sono due». Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell' amore diventano Uno. 
Quella è l' ora in cui in India - si dice - i rishi, «coloro che vedono», meditano solitari nelle loro remote caverne di ghiaccio nell' Himalaya caricando l' aria di energie positive e permettendo così anche ai principianti di guardare, appunto in quell' ora, dentro di sé, alla ricerca della spiegazione di tutto. 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------


Questo brano è tratto da un bellissimo libro di Tiziano Terzani, "Un altro giro di giostra".
Leggerlo per me è stato un viaggio appassionante nell'animo umano.
Ho cominciato così a interessarmi di medicina complementare, e più in generale di tutto ciò che aiuta l'essere umano a sentirsi meno solo di fronte alla malattia o al dolore.

lunedì 2 gennaio 2012

La salute viene dalla pancia

La salute viene dalla pancia, Pierre Pallardy


Con l'esperienza maturata attraverso la professione di osteopata, dietologo e terapeuta manuale, l'autore di questo libro sostiene che la maggior parte dei disturbi che ci affliggono (stanchezza, gonfiore, cellulite, ecc...) sono legati ad un malfunzionamento del nostro "secondo cervello": la pancia.
Pancia e cervello sono infatti collegati attraverso il nervo vago, il quale fa sì che non solo tutte le nostre tensioni ci rovinino la digestione, ma anche i nostri problemi digestivi influenzino umore e benessere generale.
Diventa quindi spesso inutile curare il sintomo direttamente sull'organo interessato, senza considerare la salute dell'addome.
E' possibile però porre rimedio a tutto ciò seguendo i sette principi del metodo di Pallardy:
- respirazione addominale
- alimentazione lenta e regolare
- scelta di alimenti sani
- sport-piacere
- la ginnastica dei due cervelli
- auto-massaggi
- meditazione addominale

Può sembrare complesso ma in realtà sono tutti esercizi molto semplici e chiaramente illustrati, che si possono cominciare a praticare subito.
Per quanto riguarda la respirazione, bisogna recuperare il respiro ampio, quello che gonfia la pancia, che veniva naturale da bambini e che abbiamo perso stringendoci in jeans aderenti o cercando di sembrare più magri... Altro elemento fondamentale è mangiare a orari regolari, cercando di scegliere cibi sani, ma soprattutto di mangiare tranquillamente, senza fretta, concedendosi un vero momento di pausa.
Non si può poi prescindere dal fare un po' di movimento... ma non dev'essere per forza una sofferenza. Ognuno può cercare e trovare l'attività giusta per sé. C'è chi è più portato per lo sport di squadra, chi preferisce esercitarsi da solo, chi ama la corsa e chi la odia ma magari è portato per la danza... chi lo sa?
Gli ultimi tre step sono quelli più particolari... ma in realtà nulla di impossibile!

La ginnastica dei due cervelli comprende alcuni semplici esercizi che si possono fare tranquillamente a casa, mirati a restaurare l'equilibrio tra queste due parti del corpo attraverso il movimento. L'auto-massaggio e la meditazione addominale sono invece due pratiche che ci aiutano a entrare in contatto con una parte del corpo che di solito dimentichiamo, finché non ci fa male. La pancia è il punto in cui ci sentiamo più vulnerabili, spesso ci fa sentire distanti dall'ideale di bellezza corrente, ci ricorda i nostri "peccati di gola", ci espone. Non tutti amano farsi toccare sulla pancia, perché è un punto molto intimo... eppure è un punto che avrebbe bisogno di maggiore considerazione. Quindi, cerchiamo di voler bene alla nostra pancia, anche se non è perfetta, e accarezziamola più spesso!

Come interpretare l'I Ching

Un interessante articolo che spiega il metodo di interpretazione dell'I Ching tramite le 3 monete.
Sono molti gli elementi da analizzare, ma sarà l'intuizione ad unificarli in un'interpretazione coerente.