martedì 2 novembre 2010

Pavese, il mondo e altro

Forse non bisognerebbe leggere Pavese di mattina. (Il mestiere di vivere, soprattutto).
Dopo, sembra che più niente abbia senso. Sembra che il mondo sia troppo duro per poterci stare dentro.
Ho pensato spesso che il mondo che vorrei è un luogo in cui a ognuno si dà la possibilità di esprimere il meglio, il buono, di realizzarsi nel lavoro nel senso etimologico della parola: tradurre se stessi in cose, in azioni.
Il mondo che trovo invece oggi è un mondo in cui ciò appare difficile. Raramente si sceglie davvero, più spesso si viene scavalcati, sfruttati, privati in qualche modo di ciò che ci serve per dirci davvero soddisfatti.
Ma oggi penso che forse è anche attraverso la difficoltà di perseguire la propria strada, nel proprio modo, onestamente, che ci si dà misura del proprio valore.

O forse è meglio che mi prendo un caffé.

1 commento:

  1. arrivo passando per rosesandcherubim
    anchio mi chiamo gibì tra l'altro
    non è meglio che ti prendi un caffè

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