lunedì 27 settembre 2010

Una precisazione

Ho letto e sentito diverse cose ultimamente, tipo qui e qui ma anche altrove, in lettere che ho ricevuto, in discorsi fatti con altre persone, su quanto l'amore possa essere complicato e doloroso.
Perché ovviamente non è tutto lineare, dentro di noi. Certo.
Perché siamo complicati, pieni di dolori irrisolti, di paure, di traumi. Perché quello che cerchiamo non lo sappiamo nemmeno noi. Perché a volte non sappiamo dare ciò di cui l'altro ha bisogno, né ricevere ciò che ci viene donato.
Perché l'amore è quasi sempre troppo o troppo poco. Spacca il cuore, strappa le vesti. Niente ci fa male come l'amore. E amare qualcuno è sempre difficile.
Quando parlavo dell'amore semplice, ecco, lo intendevo come una sorta di disciplina.
Sai, come i giapponesi, che magari dentro di sé stanno imprecando in dodici lingue, ma visti da fuori hanno lo sguardo impenetrabile e sereno. Ecco, penso che amare qualcuno implichi un po' l'imparare a dominarsi, a esercitare un po' di disciplina su di sé: la disciplina della semplicità.
Non intenderlo come un invito a essere falsi. Non è di questo che parlo. Intendilo, invece, come un invito a proteggere l'altro da certi abissi che ci si aprono dentro. E' importante, credo, perché ognuno ci ha già i suoi, di abissi, e guardare dentro anche a quelli di un altro, anche se lo ami, rischia di far male.
E quindi penso che amare bene - e io sto cercando di imparare - voglia anche dire sapersi tenere per sé certi magoni, sapersi accontentare di restare sulla soglia di certi baratri, e lentamente e con disciplina costruire cose buone, con le mani, con il cuore. Fare una torta, dare un abbraccio, pretendere il meglio da se stessi e quel meglio donarlo, setacciando un po' il proprio sé per evitare che in mezzo al bene che si vuole dare ci finisca dentro di tutto. Ovviamente poi anche questa disciplina ha i suoi limiti: siamo esseri fatti per buona parte di inconscio, non possiamo controllarci più di tanto. Ma ecco: impegnarsi a conoscere se stessi, sempre di più, guardare in faccia i propri orrori, esserne consapevoli più che si può - e proteggere chi ci sta accanto da questo buio.
Questo vorrei provare a fare.

1 commento:

  1. Beato chi ci riesce! E' davvero difficile "disciplinarsi" in questo senso. Sarebbe la soluzione a tantissimi problemi, ci eviterebbe un sacco di pene.
    Boh, forse il dolore e le complicazioni sono proprio nella natura umana e non riusciamo a farne a meno..

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