martedì 1 ottobre 2013

Definire il counseling

Gabriella Costa, del blog RI-TROVARSI, lo descrive così:
"Il counseling è una disciplina di aiuto professionale nel disagio esistenziale. Disagio esistenziale è tutto ciò che ha a che fare con la psiche ma non presenta risvolti patologici, per i quali - invece - è necessario l'intervento dello psicoterapeuta o dello psichiatra."

Paola Bonavolontà, di Counseling is Good for You ne parla in questi termini:
"Il counseling si basa sull’ originaria intuizione rogersiana secondo la quale, se una persona si trova in difficoltà, il miglior modo di venirle in aiuto non è quello di dire cosa fare quanto piuttosto quella di aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilità delle scelte eventuali.
Il processo di counseling enfatizza l’importanza dell’autodeterminazione, dell’autocontrollo: il risultato finale è misurabile attraverso “il grado in cui si riesce a rendere una persona capace di azioni razionali e positive, a renderla più soddisfatta, più in pace con se stessa, più capace di condurre una vita serena e socialmente integrata”.

Francesco, di Counseling e Dintorni, scrive:
"Il counselor è... uno che ti aiuta "a ritrovare il filo".
Quando stai vivendo un momento ingarbugliato e hai bisogno di rimettere le cose a posto, un counselor, attraverso l'ascolto attivo e specifiche tecniche di colloquio, ti sostiene nel ritrovare le tue energie interiori per ripartire."

Io, mi chiedo, come lo descriverei? Come trovare le parole giuste per dire cos'è il counseling per me?

Il counseling è... una professione che si basa su competenze comunicative, relazionali ed emotive per aiutare il cliente a stare meglio con se stesso e con gli altri.
Il counseling è... un modo di stare con la persona per consentirle di esplorare quello che sente e quello che pensa in un modo nuovo.

E per voi, cos'è il counseling?


2 commenti:

  1. Buongiorno, questa mattina ho scoperto per caso il tuo blog.. una delicatezza di contenuti con punti interrogativi che attraversano tutti. Credo che le definizioni limitino le professioni, ma sono necessarie per validare quello che concretamente si porta nel mondo. Ho però un punto fermo, se il counseling parla di tutti noi...allora cliente non va bene come paziente.
    Tutti noi soffriamo di disagi esistenziali: possono essere sfide al miglioramento ma anche gabbie nelle quali giustificarsi di continuo. Non tutti affrontano i disagi esistenziali, ed è un vero peccato, perché tutto quello che viene trattenuto/mascherato/evitato ci fa essere più brutti a noi stessi.
    Buona giornata
    Barbara

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  2. Buongiorno Barbara, grazie per il tuo commento gentile.
    Paziente, cliente, in effetti sono parole che non esprimono forse abbastanza bene la ricchezza della relazione d'aiuto e le sue diverse sfumature. Non tutti affrontano i disagi esistenziali, c'è chi ne fa una scusa come dici, ma c'è anche chi semplicemente non è pronto a farlo... ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi.
    Buona giornata a te!

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